sabato 10 marzo 2012

Indossare la cintura nera


In questi ultimi giorni, complice anche la forzata assenza dal blog per mancanza di connessione, mi sono fermato a riflettere un pò sul significato che ha indossare la cintura nera di BJJ.
Si, perchè per quanto riguarda il BJJ si parla "DELLA" cintura nera....E non di "UNA" cintura nera.
Tra le ultime cose che ho sentito dire da praticanti di Ju Jitsu tradizionale con la pancia, i gradi colorati e zero incontri alle spalle è stata: "Quello non è il vero Ju Jitsu, i Gracie volevano chiamarlo Gracie Judo, poi il Kodokan di Tokio non ha dato loro l'autorizzazione ed hanno deciso di chiamarlo Gracie Jiu Jitsu....Il vero Ju Jitsu è quello che facciamo noi".
Al di la della stupidaggine che si commenta da sola, approfitto dell'assist per dire che, uno stile lo puoi chiamare come vuoi, l'importante è che sia dimostrato "empiricamente" che funziona.
Uno stile dove si fanno solo competizione di embu, dimostrazione o kata non è dimostrato empiricamente che funziona. Ancor più se i "maestri" portano con se l'arroganza di chi non si è mai confrontato in vita sua, unita alla pancia per sorreggerla.
Essere una cintura nera di BJJ significa essere arrivati al culmine di un percorso formativo come atleta prima e come essere umano di conseguenza, fatto di confronto con se stessi attraverso il confronto con gli altri.
Salire su un ring o su un tatami molte volte, con avversari pronti e preparati quanto te, spinge a superare i propri limiti, a capire come migliorare se stessi, ma soprattutto a mettere da parte "demoni" chiamati arroganza, superbia, paura, invidia e rassegnazione.
Difficilmente un combattente avrà bisogno di screditare il prossimo per mettere in buona luce se stesso....Difficilmente vivrà di viltà per sopperire alla mancanza di numeri....Difficilmente sfrutterà il prossimo in maniera bieca e meschina per mantenersi a galla in un mondo che non è mai stato il suo.

Oss