mercoledì 1 agosto 2007

Riflessioni sul Jiu Jitsu


Il mio maestro Roberto Atalla con Helio Gracie

Pensando alla nostra arte marziale, ricordo come vi entrai in contatto: era il 97 - 98 o giù di li e mi capitò in mano una copia (ovviamente taroccata) del primo UFC....Quello dove si vedeva un magrolino con il kimono bianco terminare ad uno ad uno tutti i suoi avversari, enormi energumeni di svariate decine di kg superiori. Il tutto senza tirare neanche un colpo o quasi.
Per me fu la folgorazione, avevo appena visto lo stile degli stili, l'arte marziale pura, in assoluto la più efficace, la forma di Jiu Jitsu che aspettavo....quella da combattimento, senza kata o tecniche improbabili.
Quel magrolino che si rivelò essere poi Royce Gracie, divenne per me il modello da seguire, appresi poco a poco che quello stile esisteva già da diversi anni, era nato in Brasile e il suo creatore era il padre di innumerevoli combattenti, tra cui appunto Royce. In più...quell'uomo aveva combattuto senza regole contro "mostri" enormi sin dagli anni 40.
Oggigiorno ritroviamo quello stile, un pò cambiato, vuoi l'adattamento alle competizioni e l'evoluzione naturale, sempre efficace e praticato anche da noi. E soprattutto sempre in linea con ciò che rappresenta: evoluzione e crescita dell'individuo attraverso il sudore, il sacrificio e il porsi davanti a prove sempre nuove.
Un pezzo dell'inno brasiliano sembra fatto proprio apposta per la nostra arte: "...veras que um filho teu nao foge a luta"......un praticante di Jiu Jitsu non fugge di fronte alla lotta, la vede come una prova e riconosce la vittoria solo nell'affrontare questa prova. Un praticante di Jiu Jitsu è sul tatami, non sui forum. Un praticante di Jiu Jitsu ha il kimono fradicio, non la gola secca. Un praticante di Jiu Jitsu si metta alla prova, non avalla scuse puerili quando ha paura di mettersi in discussione. Un praticante di Jiu Jitsu ama la lealtà e trova la sua giusta collocazione in mezzo a guerrieri come lui.
Per quanto mi riguarda, la mia strada non può essere che questa...adesso come in futuro...il tatami e il ring come palestra di vita.