lunedì 12 maggio 2008

Regionali di Judo a Genova


Pubblico volentieri il resoconto dell'ultima gara di judo di Erik Tornaboni, da lui stesso scritto in prima persona:

Il giorno 13.4.2008 mi sono recato a Genova per i campionati regionali di judo valevoli come qualificazione agli italiani assoluti 2008, seconda mia partecipazione a competizioni in questa disciplina.
Dopo aver affrontato gli ultimi giorni, compreso il precedente, nello svolgere allenamenti con circuiti per aumentare la resistenza, il fiato e soprattutto per ottenere la diminuzione di quei due chili di troppo, con i maestri Pensa e Lambertucci e la presenza di alcuni compagni di allenamento compresa una judoka anch'essa iscritta alla gara, giungevo al palazzetto pronto a combattere.
Le mie condizioni fisiche non erano certo delle migliori, visto un fastidioso stiramento ai legamenti collaterali del ginocchio destro che mi obbligava all'uso di una robusta quanto scomoda fasciatura, anche se, perlomeno dal punto di vista del peso, riuscivo nel tanto agognato intento di rientrare nei 90 kg.
Fatta colazione (il giorno prima non ho praticamente né mangiato né bevuto), inizia il riscaldamento collettivo sul tatami, fatto di corsa, entrate in velocità, proiezioni, lotta sulle prese e lotta a terra.
La mia categoria vedeva subito il forfait di un atleta, comportando l'obbligo di ottenere il primo posto per accedere agli assoluti, non bastando quindi il podio.
Dopo aver esaminato le diverse categorie e osservato il livello generale dei lottatori, realizzavo che per avere maggiori possibilità di vittoria era necessario impostare il lavoro a terra, forte delle mie abilità ottenute dalla pratica del jiu jitsu brasiliano.
Infatti, al primo incontro, dopo aver comunque ottenuto un wazari (mezzo ippon) per proiezione leggermente sporca, domino nel lavoro al suolo, dapprima sfiorando la vittoria per strangolamento da mata leao e, successivamente, chiudendo il match con una leva al braccio dalla guardia.
Stessa strategia era stata applicata al trofeo Asaj tenutosi a Chiavari solo un mese prima, dove riuscivo a far valere tecniche di lotta al suolo.
Tuttavia, nel judo l'errore fa difetto come in poche altre discipline e, infatti, nel corso della finale, davanti ad un ottimo judoka di lunga data specializzato nella proiezione di spalla "ippon seoi nage" che mi ha portato istintivamente ad assumere una posizione più retratta, subivo un ippon di "o uchi gari" sbilanciandomi all'indietro.
L'errore è stato poi amplificato dal fatto che, sentendomi proiettato, non ho tentato di girarmi di pancia per evitare di cadere con la schiena (in tal modo si subisce il punto e vi è la sconfitta per proiezione), ma al contrario ho istintivamente portato l'avversario nella mia guardia per iniziare il lavoro al suolo, dando la vittoria al mio opponente.
Aver ottenuto il posto di vice campione regionale non mi ha consentito di partecipare agli assoluti, ma comunque mi ha soddisfatto per diverse ragioni: in primo luogo, per il fatto che, alla seconda competizione nel judo, posso comunque vantarmi di aver conquistato il secondo posto in liguria nella mia categoria; secondariamente, perché il mio lavoro a terra comincia ad essere temuto dagli avversari, non in molti avvezzi a lavorare al suolo; in terza analisi, la mia crescita nella lotta in piedi comincia a dare in suoi frutti, facendomi rendere sempre più conto di quanto sia importante per raggiungere una completezza tecnica e per il fatto che, comunque, anche nel brazilian jiu jitsu partendo da una buona proiezione si può lavorare più facilmente a terra oltre che ottenere punti preziosi.
Va infatti tenuto conto, riguardo l'ultimo aspetto, che anche nel caso tipico in cui l'avversario rifiuti lo scambio in piedi e si lanci al suolo, qualora non lo si seguisse l'arbitro procederà comunque a far ripartire il match in piedi, dando a noi il vantaggio: anche questa è tattica di combattimento.
In conclusione, sono contento di come sto lavorando, unendo le due discipline con allenamenti tenuti da grandi professionali esperti sia nell'una che nell'altra: grazie a Massimo, Lamberto Igor e Bernardo per i preziosi insegnamenti e grazie infinite a tutti i miei carissimi compagni di allenamento di Spezia e Livorno.
A loro il mio più grande abbraccio!

Erik Tornaboni