lunedì 4 luglio 2011

Inferno e paradiso

C'era un uomo buono e giusto che dopo una lunga vita di felicità morì. Giunto nel regno dei cieli fu accolto da uno spirito che gli disse di essere stato destinato al paradiso. L'uomo, prima di andare, gli chiese se potesse vedere qual'era l'alternativa che aveva scampato. Lo spirito acconsentì e lo condusse quindi agli inferi. Qui l'uomo vide una sala enorme, con molte sedie e una tavola ricchissima, imbandita di ogni cibo e bevanda che si potesse desiderare. Guardando bene però, l'uomo vide che i commensali erano esili e deperiti, e si accorse che nessuno mangiava. "Come mai nessuno mangia? E' forse avvelenato il cibo?" chiese allora allo spirito, ed egli rispose "No, le vivande sono sane e tutti ne vorrebbero, non bramano altro. Essi però non mangiano, perchè il cibo può essere toccato solo con le bacchette da portata. Tali bacchette, qui, sono lunghe tre metri, e possono essere impugnate solo dal fondo. Nessuno di loro ha braccia tanto lunghe da permettergli di poter usare le bacchette per cibarsi, e quindi sono condannati a desiderare per l'eternità un cibo che non possono avere". Questa condanna terribile e crudele intristì l'uomo che chiese di allontanarsi da quel luogo. Lo spirito lo condusse quindi in paradiso. Qui, con suo enorme stupore, l'uomo vide una stanza identica, con lo stesso numero di sedie, con la stessa tavola imbandita allo stesso modo, ma questa volta attornata da commensali grassi e beati. Chiese spiegazioni allo spirito, che gli rispose: "Questa stanza è come l'altra che hai già visto. Anche qui l'unico modo per toccare il cibo è tramite le bacchette. Anche qui le bacchette sono lunghe tre metri, e anche qui possono essere impugnate solo dal fondo. L'unica differenza, che cambia però ogni cosa, è che nell'altra stanza ognuno cerca di mangiare per se, ed è quindi condannato a non riuscire, qui invece ognuno imbocca il vicino e tutti possono saziarsi."

Dal Blog di Francesco "Kairon" Ellia